martedì 26 gennaio 2010

Signori politici, svegliatevi!

L'incessante brusio sulle riforme, che da anni sta assordando la nostra classe politica e l'opinione pubblica, sta favorendo la politica di un pugno di nostalgici del craxismo, che tra le pieghe di provvedenti legislativi omnibus, sta portando avanti, autonomamente, dure politiche di de-regulations alla Reagan e di privatizzazione alla Thatcher. Di cui, sembra, nessuno dei nostri suonati politici si stia accorgendo.
Politiche di trasferimento del risparmio dei molti verso l'arricchimento di pochi , in altre forme, già sperimentate, negli anni '80, che hanno prodotto un mostruoso debito pubblico, hanno foraggiato la corruzione politica ed hanno chiuso le nostre imprese nella morsa di un mercato divenuto al 100% captive, rendendole non competitive.
Il risultato è l'allungamento artificioso della filiera a favore di pochi furbi , quei pochi che avranno i mezzi per consumare, a danno dei molti paria, quelli che pagheranno la tassa per mantenere l'apparato. Con il risultato di uccidere il vantaggio competitivo che il nostro paese aveva in termini di politiche sociali, e facendoci perdere l'ennesima occasione di ammodernamento del paese.

Ammodernamento che ha delle precise, ma non riconosciute semplici priorità :


  1. Abbandonare l'idea che politica è uguale gestione e ricondurre la Responsabilità Politica alla definizione delle strategie;

  2. Ridare alle minoranza politiche, a tutti i livelli, lo status di partecipanti attive alla definizione delle strategie, ri-portando la discussione nelle aule parlamentari e consiliari ed imponendo maggioranze qualificate.

  3. Restituire la Responsabilità della Gestione della cosa pubblica alle Istituzioni a questo preposte dalla Costituzione;

  4. Riformare la Politica Industriale del paese attraverso la rifondazione del Ministero dello Sviluppo Economico, la definizione di severe regole per il controllo della qualità dei prodotti, della responsabilità del produttore, il ri-posizionamento tra lavoratore e imprenditore del rischio di impresa;

  5. Ricostituire il sistema di pesi e contrappesi distrutto dalla legge di riforma dell'ordinamento degli enti locali (Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267); una legge concepita per le 100 grandi e medie città in un mondo di persone leali e perbene, per un un sistema partecipativo, ma che, di fatto, ammorba di soprusi un contesto di più di 8.000 piccoli comuni, con circa l'89% della popolazione italiana, in un mondo di pescicane!

Lasciare, insomma, a casa l'anarchia del fai da te e della gestione per emozioni!

Le "riforme" potranno venire solo dopo. In un sistema finalmente stabilizzato!

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