L'assessore (sic!) all'ordine pubblico comunica alla cittadinanza i dati consuntivi dell’attivita’ svolta dalla locale polizia municipale. Per questo l’uscente assessore comunica, con dovizia di dati, le entrate economiche (sic!)derivanti da questa importante attività a cui, da anni, tanto deve il bilancio comunale di Praja. E comunica l'intenzione di dotare questo corpo della qualifica di pubblica sicurezza e la relativa assegnazione dell’arma di servizio (sic!) al personale.
Le violazioni al codice della strada contestate ed accertate per il 2010 sono ben 4.035 per un valore pari circa 404.000, ma l'incasso ammonta a solo 175.000 euro. Nell’anno 2009 sono stati 182.000 euro. La gran parte grazie a vilolazioni per eccesso di velocità registrate sulla S.S.18 (sic!).
Tale attività di contrasto ha prodotto per gli anni 2009, 2010 ed il primo semestre 2011 458 ricorsi al giudice di pace, 120 ricorsi al prefetto e 120 giorni di udienza al giudice di pace. Una vera fabbrica di costi improduttivi e di inefficienza.
Per quanto riguarda, invece, l'attività riguardante il principale e vero compito che la legge e lo statuto assegna a questa funzione si sono avuti in totale nello stesso periodo 119 accertamenti al commercio/artigianato, 344 accertamenti anagrafici, 141 deleghe d’indagine, 15 verbali di constatazione e sopralluogo, 25 verbali di edilizia, 11 rapporti per incidenti stradalie 47 violazioni amministrative per un totale di 753 infrazioni con una entrata economica pari a circa 46.000 euro.
In aggiunta l'ufficio ha prodoto atti vari: 16; informative all’autorità giudiziaria: 52; verbali di diversa natura: 28; trattamenti sanitari obbligatori: 3; ordinanze ingiunzioni redatte: 81; in ottemperanza a ordinanze di demolizione: 13; in ottemperanza a ordinanze sindacali: 8, per un totale di 201 interventi di istituto.
In totale l'attività istituzionale dell'ufficio ha impegnato solo per il 7,4%, in pratiche amministrative, di controllo del territorio e sicurezza, i propri uomini, mentre il rimanente 92,6% dell'attività è stata svolta lungo le strade, in particolare dentro una macchina appostata sulla S.S. 18.
Il servizio di polizia locale, nel 2009, ha avuto una consistenza di 13 uomini per un costo complessivo di 592.000 euro e un costo medio per addetto pari a circa 45.500 euro.
La oramai diffusa pratica per i comuni che si affacciano sul versante dell’Alto Tirreno Cosentino di installare, nel periodo estivo, postazioni di controllo dei limiti di velocità ha raggiunto limiti di insopportabilità per i cittadini (specie i cittadini non residenti), generando un diffuso e generale malcontento che si riversa sulle autorità costituite (istituzioni, governo, ecc.) riconducibile alla evidente rinuncia da parte degli amministratori locali ad utilizzare il naturale codice etico, patrimonio di una qualsiasi istituzione pubblica nei rapporti con i cittadini, attraverso comportamenti elusivi. In questo quadro ci si domanda come avviene che l’utilizzo di un congruo numero di vigili comunali per questa incombenza rappresenti una evidente esempio di cattiva gestione della cosa pubblica, specie per queste località soggette a continue violazioni amministrative (come l’edilizia abusiva, il mancato utilizzo della raccolta differenziata, l’escalation dei prezzi, l’offerta di servizi scadenti e non a norma, la presenza di venditori abusivi, ecc.), ad un sempre più presente inquinamento del territorio (riversamento in mare di reflui, incendi boschivi, ecc.) e, specie in estate, ad un costante disordine derivante da un traffico cittadino mal gestito; che nella maggior parte dei casi vengono comminate sanzioni per violazioni che “non superano il limite di velocità di oltre 10 km/h”, come mostra il rapporto introito contabilizzati/numero di verbali, cioè di sanzioni che non prevedono la decurtazione di punti patente e quindi non sono soggette a verifica da parte della Prefettura locale; che l’attività di controllo viene incrementata nel periodo estivo per colpire chi provenendo da altre regioni ha quel tratto della ss. 18 come unica via per raggiungere o lasciare la meta delle proprie vacanze. Infine sarà utile sottolineare che, negli ultimi anni, tra le amministrazioni comunali attraversate dalla ss18 lungo la fascia costiera che tra Tortora e Diamante hanno consuntivano incassi per “risorse finalizzate codice della strada” Praia a Mare ha incassato il 71% dell’intera cifra. Nello specifico, il comune di Praia a Mare che può fare affidamento su un corpo di polizia municipale di 13 vigili che costano quanto incassato, ha, negli ultimi 10 anni, portato l’introito per violazioni al codice della strada dai 100.000 euro del 2001 ai 700.000 euro medi dell’ultimo periodo con un incremento del 669%, il 12% di tutte le entrate tributarie ed extra tributarie realizzate.
Sarebbe utile ed interessante che le Istituzioni Statali preposte al controllo delle attività amministrative e della legalità ed al controllo dell’ordine pubblico si facessero parte attiva avviando un sistematico controllo delle possibili anomalie, e degli sprechi e delle inefficienze generate a seguito di questi comportamenti, proponendo soluzioni comportamentali e/o legislative e verificando, se possibile, quanto il perseguimento di attività di questo tipo da parte delle amministrazioni comunali delle località interessate al fenomeno pesi sulla mancata espansione del turismo calabrese in un area che è stata denominata da alcuni addirittura "Porta della Calabria" ed in generale al mantenimento della quiete sociale.
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