La capacità di una nazione di crescere, evolversi e svilupparsi è il risultato della più o meno capacità delle famiglie e della scuola nella formazione dei giovani. E, sempre più, nella capacità di integrazione degli immigrati.
Il disagio giovanile, frutto della complessità del vivere quotidiano, il lavoro femminile, la disgregazione della famiglia allargata, la mancanza di "luoghi" di aggregazione alternativi fa crescere la necessità da parte delle istituzioni di mettere in atto azioni sostitutive di aggregazione.
E' necessario una azione di riaggregazione delle nuove generazioni intorno al recupero dell'identità e della cultura locale. Aggregare e coagulare l'interesse dei giovani intorno a valori laici, quali la storia e la cultura locale per la ri-formazione di una identità che trasformi un vuoto campanilismo di maniera in una consapevole appartenenza.
Ripercorrendo la storia locale, la storia dell’area vasta di cui si fa parte, le storie dei luoghi e delle persone, la trasmissione delle regole del vivere civile.
Ma è sopratutto necessario rimettere al centro dell'attenzione del paese la necessità di coltivare con maggiore cura la formazione delle donne. Future mamme ma anche future insegnanti ma anche futuro pilastro di famiglie oramai inesistenti.
La disgregazione della famiglia allargata ha prodotto che i riferimenti e gli esempi a cui i giovani attingono provengono dalle sole figure genitoriali che dovrebbero imparare a vivere nella società civile.
Ma è la donna, che stia in casa o che lavori, che di fatto governa la famiglia con i propri comporamenti, la propria azione quotidiana e la proprie decisioni. E' da lei, o da chi la sostiuisce nella casa, che i figli imparano a parlare, ad organizzarsi a proporsi agli altri.
Allora è alla formazione delle giovani (future mamme di futuri cittadini!)che il paese deve dare una attenzione maggiore!
martedì 15 settembre 2009
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