La politica delle privatizzazioni applicata da Margaret Thatcher negli anni del suo secondo mandato (1983-1987), nota come thatcherismo (ma in realtà strettamente dipendente dal pensiero degli economisti Friedrich von Hayek e Milton Friedman), è stata, e tuttora rimane, uno strumento molto controverso. Se in parte questa politica ha contribuito a ringiovanire l'economia del Regno Unito e dei paesi che l'hanno applicata, essa, in realtà, è servita ad aumentare il numero di disoccupati e ad aumentare il divario fra ricchi e poveri.
Niente a che vedere con la politica di Ronald Wilson Reagan ha sviluppato negli anni ottanta che ha avviato una spietata liberalizzazione ed una politica di aumento dei consumi favorendo la riduzione della tassazione alle classi sociali forti.
Politiche di rottura che sono servite a modificare impostazioni correnti in quegli anni ma che hanno creato condizione di instabilità, rischio per i consumatori e la creazioni d due mondi separati : i ricchi e i super poveri (vedi La fine del lavoro di Jeremy Rifkin).
Politiche che ora a 30 anni di distanza le stesse nazioni che queste politiche hanno a quel tempo adottato hanno dovuto rivedere e stanno modificando.
Tragico è che mentre nel mondo si torna ad una politica solidale, noi in Italia, ancora nelle mani di oscuri guru del clan dei craxiani, i cui danni alla nostra economia ed al nostro debito pubblico stiamo ancora pagando, stiamo correndo verso la distruzione dello stato sociale.
Mescolando, con insipienza, privatizzazioni con liberalizzazioni, pubblico con privato, riduzione delle caste professionali con la riduzione ad utili di bilancio delle utilità per il paese.
A questo abbiamo voluto aggiungere la reganiana politica di favorire le classi forti ma non con una sana ed impopolare riduzione delle imposte ma con una furfantesca politica di riduzione del controllo fiscale, della elusione e dei condoni mascherati (vedi scudo fiscale).
Creando, così, una classe invisibile di peones che spende ormai solo per nutrirsi e non conta più niente, non solo per i governanti del paese, ma per il paese tutto.
Favorire chi consuma per consumare beni e servizi non essenziali! Una politica cieca senza continuità e senza futuro.
Per esempio per le "utility" ha senso che le Ferrovie dello Stato si compiacciano in questi giorni di aver raggiunto un sostanzioso utile di bilancio?
Oppure, nel campo della salute pubblica, che senso ha la regionalizzazione e la privatizzazione delle cure sanitarie?
(continua)
lunedì 9 novembre 2009
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